Neoplasia Polmonare

C.G., di anni 53, affetta da ipertensione arteriosa e broncopatia cronica ostruttiva, il 13.5.14, si sottopone a TC del torace che evidenzia: “distrofia bollosa di entrambi i polmoni, particolarmente accentuata a livello del lobo superiore destro. Centimetrica areola di consolidazione parenchimale a livello del segmento posteriore del lobo inferiore sinistro. Quota di tessuto solido (diam 3 cm) in sede peri-ilare superiore sinistra, localizzata tra il ramo lobare superiore dell’arteria polmonare e l’arco aortico. Linfoadenomegalia di 2 cm a livello della finestra aorto-polmonare. Assenza di versamento pleurico”.

Alla luce di tale esito, si reca a visita da uno specialista (23.5.14), il quale pone diagnosi di: “Insufficienza respiratoria da riacutizzazione infettiva di broncopneumopatia ostruttiva con enfisema bolloso (focolaio broncopneumnonico alla base sinistra L.I.S.); cardiopatia ipertensiva. Osteoporosi”.
In quella occasione il sanitario prescrive terapia medica, consigliando il ricovero presso struttura per lungodegenza, dove ella rimane ricoverata dal 29.5.14 al 4.7.14, allorché viene dimessa con diagnosi di: “Riacutizzazione di BPCO con enfisema bolloso. Nodulo polmonare in sede peri-ilare superiore sinistra. Ipertensione arteriosa”, con terapia medica e follow up a tre mesi con TC torace”.

Il 15.9.14 pratica TC con mdc del torace, addome e pelvi che mostra: “Voluminosa lesione solida eteroplastica si apprezza in corrispondenza dei segmento apico-dorsale del lobo superiore di sinistra a sede paramediastinica. La lesione misura 14×9 cm di diametro trasverso e 12 cm di diametro longitudinale …. in entrambi i polmoni multiple lesioni ripetitive del diametro max dl 16 mm. … in entrambi i lobi multiple lesioni secondarie …”.

Il successivo esame citologico del 17.9.14 risulta positivo per adenocarcinoma.

Decede il 9.10.14.

Secondo le linee guida (Fleischner Society 2005; American College of Chest Physicians 2007; AIOM 2013), i noduli solitari del polmone vanno differenziati tra inferiori a 8 mm oppure superiori o uguali a 8 mm, in dipendenza dal marcato aumento della probabilità di malignità delle lesioni di dimensioni pari o superiori a 8 mm (nel caso in esame ben 30 mm).
Un approccio di tipo sequenziale nella valutazione e definizione dei noduli solitari del polmone deve prevedere l’esecuzione di esami di imaging come la radiografia del torace, la tomografia computerizzata (TC), la tomografia con emissione di positroni con fluoro-desossi-glucosio (FDG-PET), la broncoscopia e l’esame citoistologico.
Secondo le guide AIOM 2013 i noduli polmonari di dimensioni superiori al centimetro (nel nostro caso 3 cm) dovrebbero essere valutati in prima istanza con la PET e poi con ulteriori, più approfonditi accertamenti, essendo sospetti per malignità.

Da quanto fin qui rappresentato, si può affermare che il comportamento dei sanitari che hanno avuto in cura la paziente è stato manchevole per aver misconosciuto e di non aver tenuto in debita considerazione quanto descritto nell’esame TC del 13.5.14 e non aver, di conseguenza, prescritto gli indispensabili esami diagnostici, che certamente avrebbero evidenziato la patologia neoplastica maligna polmonare, consentendo quindi la diagnosi precoce.

La tardiva diagnosi ha comportato per la paziente l’impossibilità all’autodeterminazione per quanto concerne le scelte terapeutiche ed ha fatto sì che la malattia neoplastica, in due mesi e mezzo, avanzasse tanto da triplicare le dimensioni del nodulo e metastatizzare al fegato, peritoneo ed ossa, con il successivo inevitabile exitus.